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17 giugno 2010
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Rif. rivista Luglio - Agosto 2010

Costituita la nuova commissione per l'elaborazione dei quiz per i concorsi a sedi farmaceutiche.

Sono undici i membri della commissione che il Ministro della salute Ferruccio Fazio ha nominato, con decreto 16 aprile 2010, per la rielaborazione dei 3000 quiz dai quali le commissioni di concorso debbono estrarre i 100 da sottoporre ai candidati che aspirano all'assegnazione di una sede farmaceutica. L'argomento era stato trattato su questa rivista nel numero 5 di giugno/luglio 2009 con un articolo dal titolo "Un concorso assurdo". L'assurdità stava - ma tutt'ora la situazione non è sboccata - nel fatto che alcuni concorsi vengono svolti utilizzando i quiz pubblicati nel 1997 e solo parzialmente corretti nell'anno successivo. Molti di questi contengono domande obsolete e risposte altrettanto sbagliate, soprattutto se si tiene conto che i quesiti di normativa debbono fare i conti con tredici anni di modifiche, tra le quali ben tre riguardano il delicato settore degli stupefacenti: nel 2001, 2006 e 2010.

La disciplina concorsuale è contenuta nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 30 marzo 1994, n. 298 e prevede che la commissione elabori, ogni due anni, le tremila domande, proprio per tenere conto dell'evoluzione scientifica e normativa delle materie d'esame che sono: farmacologia, tecnica farmaceutica (anche con riferimenti alla chimica farmaceutica) e legislazione farmaceutica. La precedente commissione fu nominata nel novembre 2005 ed impiegò ben due anni per predisporre i quesiti. Il decreto del Ministro Fazio dà alla nuova commissione solo 180 giorni per terminare il lavoro. L'auspicio è che il termine concesso venga rispettato e, per farlo, basta che ogni commissario elabori un quiz e mezzo al giorno. Questo calcolo è ovviamente un modo per spronare la commissione piuttosto che un metodo di lavoro, ma il ritardo finora accumulato è talmente grande da non potere perdere un solo giorno perché, nel frattempo, alcuni concorsi sono in atto ed altri stanno per essere banditi. Le commissioni solo in alcuni casi hanno cercato di sopperire al mancato aggiornamento dei quiz con lo stralcio preventivo dei quesiti obsoleti (la regione Piemonte, nel concorso in svolgimento, ne ha esclusi ben 192) su parere positivo dello stesso Ministero della salute.

I problemi che la commissione dovrà affrontare non stanno però solo nel tempo, ma anche nel contenuto. I tremila quiz della prima e unica tornata, erano prevalentemente basati su problematiche farmacologiche, di chimica farmaceutica e di rapporti struttura/attività. Pochissimi quelli di tecnica farmaceutica e circa 500 quelli di legislazione. Moltissimi quesiti imponevano anche l'esame di formule di struttura particolarmente complesse.

Non vi è dubbio che la finalità della prova attitudinale è quella di consentire l'individuazione, tra gli aspiranti, dei farmacisti più preparati e aggiornati nelle materie d'esame, e non si deve dimenticare che la chimica farmaceutica è richiamata dalla normativa in via del tutto incidentale e solamente allo scopo di integrare la tecnica farmaceutica laddove il quesito comporta la valutazione delle molecole attive o degli eccipienti sotto il profilo della loro struttura chimica. Prima della scelta dei nuovi quesiti deve essere stabilito quali siano le conoscenze che un buon farmacista deve possedere per lo svolgimento della professione, oggi e nei prossimi due anni, confidando quindi che la cadenza biennale per il rifacimento dei quiz venga d'ora in poi rispettata. Vediamo ora quale dovrebbe essere il contenuto dei quesiti e, soprattutto, quale metodo di preparazione ogni candidato deve adottare. Finora è prevalso il mero esercizio mnemonico che ha portato ad avere, in ogni concorso, un numero molto elevato di casi con cento risposte esatte sulle cento proposte e, quindi, facendo dipendere solo dai titoli la posizione nella graduatoria finale. La scelta, da parte di molte commissioni, di non stralciare le domande obsolete e, quindi, di considerare esatta la risposta indicata come tale nel testo ministeriale, costituisce la dimostrazione che il concorso, nei casi citati, non premiava i più preparati e aggiornati ma i più dotati di memoria anche spesso solo visiva.

Evitare che si ripeta questa assurdità è il compito che la commissione appena nominata deve porsi e che, per primo, definisco di grande responsabilità e difficoltà. Il candidato deve potere rispondere facendo appello rapidamente alle proprie conoscenze - il tempo massimo concesso per le cento risposte è di novanta minuti - ed è proprio per questo che i quesiti debbono essere inseriti con grande oculatezza tenendo anche conto della probabile evoluzione, nel biennio successivo, della materia trattata. Non si inseriscano quindi quesiti contenenti nomi commerciali di medicinali, soggetti a revoche o modifiche. Ancor meno si pongano domande basate sul numero delle confezioni di farmaci venduti in farmacia in un certo anno o su dati statistici relativi alla spesa farmaceutica, che fanno invece parte dell'attuale testo ufficiale. La commissione tenga ben presente quali sono le attività che il farmacista è autorizzato a svolgere secondo il decreto legislativo 8 agosto 1991, n. 258 che attua la relativa direttiva comunitaria: a) preparazione della forma farmaceutica dei medicinali; b) fabbricazione e controllo dei medicinali; c) controllo dei medicinali in un laboratorio di controllo dei medicinali; d) immagazzinamento, conservazione e distribuzione dei medicinali nella fase di commercio all'ingrosso; e) preparazione, controllo, immagazzinamento e distribuzione dei medicinali nelle farmacie aperte al pubblico; f) preparazione, controllo, immagazzinamento e distribuzione dei medicinali negli ospedali; g) diffusione di informazioni e consigli nel settore dei medicinali. Se si escludono le attività di cui ai punti "f" e "g", tutte le altre rientrano a pieno titolo tra quelle per le quali l'aspirante alla titolarità di una farmacia aperta al pubblico deve dimostrare la propria competenza. A quali materie, tra quelle previste dal DPCM 298/94, si deve dare più spazio? Se dicessi la tecnica farmaceutica (oggi però si preferisce chiamarla tecnologia farmaceutica tenuto conto del grande salto di qualità fatto nella messa punto delle forme farmaceutiche sempre più ingegnerizzate) si potrebbe obiettare che lo dico per la mia appartenenza a questa disciplina. Rivolgo quindi alla commissione l'invito a porsi il problema se il farmacista debba o meno conoscere perfettamente il ruolo che ogni componente di un medicinale ha nella forma farmaceutica. A cosa serve un eccipiente o come funziona un sistema transdermico, senza nulla togliere all'importanza della farmacologia in particolare nella parte in cui si occupa, assieme alla chimica farmaceutica, dei meccanismi d'azione dei farmaci. Non si trascuri inoltre la galenica, magistrale e officinale, e le Norme di Buona Preparazione dei Medicinali in Farmacia che costituiscono una delle attività proprie, ma soprattutto qualificanti, del farmacista. In questo campo molte sono le norme e le più significative dovrebbero fare parte del pacchetto culturale di ogni titolare di farmacia.

Ed ora passiamo alla legislazione nella quale voglio comprendere anche la deontologia. Cos'è la deontologia, infatti, se non la legislazione che disciplina il comportamento etico del professionista, peraltro sulla base dei codici deontologici? Nei vecchi quiz, di deontologia non ne ho trovato nessuno mentre molti di quelli di legislazione, nell'indicare la risposta esatta, danno per scontate interpretazioni non supportate da alcuna norma o addirittura smentite dall'interpretazione giurisprudenziale. è il caso del quesito n. 2124 nel quale è ritenuta esatta la risposta che afferma che non vi è l'obbligo di riportare il timbro attestante l'avvenuta spedizione sulle ricette non ripetibili spedite non in regime di SSN.

Dalla commissione, che è composta da autorevoli esperti, ci si aspetta quindi un risultato che ridia credibilità alle procedure di assegnazione delle farmacie.

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